di Riccardo Bubbio

Le neuroscienze e il lavoro 

L’attuale contesto aziendale in rapida evoluzione, con una crescente adozione dell’IA e delle nuove tecnologie emergenti, comporta la necessità di acquisire nuove conoscenze, competenze ma soprattutto la gestione di gruppi efficaci ed efficienti che possano lavorare insieme con successo. Saper gestire la comunicazione e la relazione tra le Persone e comprendere gli aspetti emotivi della relazione di gruppi diventa la componente cruciale per il successo lavorativo.

Lo studio delle Neuroscienze – o perlomeno della componente applicabile ai contesti di lavoro – ci consente una profonda comprensione del funzionamento della mente e di quali meccanismi stanno alla base della presa di decisioni, di come il cervello ci condizioni tramite le emozioni e di come invece possa supportare la motivazione personale nello svolgimento dei task assegnati.

Le neuroscienze permettono alle Persone la comprensione dei modelli cognitivi ed emotivi e ci abilita a compiere scelte consapevoli che tengano conto sia della nostra parte razionale che di quella emotiva generando uno status di consapevolezza che ci consente di adattare le nostre azioni alle diverse situazioni e alle persone con cui interagiamo.

Errori? sì grazie 

Proviamo a fare qualche esempio concreto.

Recenti studi relativi al lavoro in team hanno stabilito che i gruppi che ottengono i risultati migliori sono quelli che ammettono di aver fatto un maggior numero di errori! Questo sembra un vero controsenso ma trova una spiegazione se consideriamo il fatto che nei luoghi dove si possono esprimere liberamente le proprie idee, le domande e dubbi sono anche quei posti ove ci si confronta sugli errori fatti, ottenendo il risultato che tutto il gruppo sa come evitarli in futuro!

Le neuroscienze ci spiegano che la Sicurezza Psicologica è una condizione particolare dell’essere umano che causa dentro di noi una vera e propria rivoluzione interiore: una cascata di ormoni e l’attivazione di neurotrasmettitori. Quando le persone non si sentono al sicuro invece l’organismo percepisce una minaccia, un pericolo da cui difendersi e attiva una risposta neuronale fisiologica chiamata fight –or- flight (attacco –fuga) che scatta per garantire la propria incolumità.

In un ambiente lavorativo, queste situazioni di attivazione della risposta attacco/fuga si possono ritrovare in contesti che non favoriscono la libera espressione, ad esempio in un clima relazionale in cui la paura di essere puniti, di essere bloccati nella carriera, esclusi o licenziati, mantiene sempre attiva la risposta da stress di cui abbiamo appena parlato, mentre invece ove ci ritroviamo in un contesto definito di Sicurezza Psicologica questa genera dentro di noi l’attivazione di neurotrasmettitori che ci consentono di essere più vigili, più reattivi e più propensi a trovare soluzioni da condividere con gli altri [1]

Le nostre decisioni

Un secondo esempio può essere dato dai nudge (spinta) una strategia derivante dall’economia comportamentale che sfrutta il modo in cui le persone prendono decisioni. Si tratta di piccoli spunti, cambiamenti nell’ambiente o nelle presentazioni delle opzioni che possono influenzare le decisioni delle persone in modo prevedibile e non intrusivo. L’obiettivo è quello di spingere le persone verso comportamenti desiderati senza imporre restrizioni o sanzioni

Prendiamo ad esempio il noto problema di motivazione: per quanto difficile da credere, non è un bonus in busta paga a migliorare la produttività, anzi spesso genera l’effetto opposto!

Come dimostra un esperimento condotto in uno stabilimento Intel i responsabili della fabbrica avevano stanziato dei bonus di produttività per motivare i dipendenti nella produzione di chip senza ottenere nessun risultato. Si sono chiesti allora cosa sarebbe successo se, invece di una ricompensa economica, fosse stata consegnata a casa una pizza per tutta la famiglia oppure un messaggio dal capo con su scritto “grazie per l’ottimo lavoro svolto oggi”. Ecco i risultati: il coupon per la pizza ha incrementato la produttività del 6,7%, quasi a pari merito con il 6,6% di incremento ottenuto dal riconoscimento scritto. Dei tre incentivi, il denaro ha avuto, con il 4,9%, la resa peggiore.

Engagement e scelte personali

Paradossalmente, quando il nostro lavoro viene riconosciuto, siamo disposti a lavorare di più per una paga inferiore. Più un’azienda sa offrire a dipendenti e collaboratori opportunità che creano significato e legame, maggiori sono le probabilità che quei dipendenti e quei collaboratori si impegnino di più e che la loro fedeltà sia più duratura.

Ecco, quindi, come l’applicazione di un nudge unito alla conoscenza di come funziona la nostra mente ottiene risultati concreti e misurabili sull’engagement delle Persone[2]

La resilienza è sociale

Per concludere possiamo affermare che gli studi nel campo della neurobiologia hanno evidenziato che la resilienza è sociale: la socialità è alla base della sopravvivenza e dell’adattamento e le specie che sanno utilizzare meglio i meccanismi sociali di azione coordinata presentano un significativo vantaggio al fine della sopravvivenza: gli esseri umani hanno raggiunto la supremazia tra i vertebrati in termini di dimensioni della popolazione, di diffusione sulla terra e di durata, a causa della loro iper-socialità che implica la capacità di azione collaborativa tra i membri del gruppo e l’organizzazione sociale basata su comunicazione e comprensione sia degli aspetti cognitivi che degli aspetti emotivi .

Il viaggio nelle Neuroscienze applicate nei contesti lavorativi è appena iniziato, ma già ne tocchiamo con mano le potenzialità e le applicazioni pratiche per arrivare a decisioni più informate, per migliorare le performance del team, aumentare la soddisfazione delle Persone al lavoro e promuovere adattabilità e agilità in un contesto aziendale fortemente in evoluzione.

Bibliografia

(1) R. Bubbio (a cura di) “Playthebrain – Neuroscienze al lavoro” Franco Angeli (2024) cap. 6  ACQUISTA ORA

(2) R. Bubbio op. cit. cap. 7. ACQUISTA ORA

Letture consigliate

(1) R. Bubbio (a cura di), Il Cervello al lavoro. Franco Angeli 2022. LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE

 

Riccardo Bubbio

Vicepresidente dell’Associazione per la Direzione del Personale Piemonte e Valle d’Aosta e coordinatore del progetto Neuroscienze applicate al HR, autore di libri e articoli e conference speaker. 

Ha ricoperto numerosi ruoli manageriali in aziende bancarie, occupandosi di Risorse Umane e di modelli organizzativi; si è specializzato nello studio e della applicazione delle nuove metodologie formative e di sviluppo competenze connesse al cambiamento e alla trasformazione della cultura aziendale. Ha contribuito alla scrittura e curato la pubblicazione del libro “Il Cervello al lavoro” Franco Angeli 2022 e del volume di recentissima pubblicazione “Playthebrain” – Neuroscienze al lavoro” Franco Angeli 2024. Svolge attività di docenza presso l’Università degli Studi di Torino ed è membro del Comitato Scientifico del Master in Organizzazione e Risorse Umane presso la stessa Università. Link al mio profilo linkedin Riccardo Bubbio linkedin