di Matteo Marinoni

Definizione e impatto sull’azienda

Quando si parla di engagement aziendale, si intende il “coinvolgimento”, ovvero il grado di motivazione e di entusiasmo, emotivo e razionale, che il dipendente di un’azienda nutre nei confronti del ruolo che ricopre e dell’azienda stessa, della sua vision e dei suoi valori.

La definizione, che è stata introdotta negli anni ’90, proviene dal termine inglese “employee engagement”, per poi essere ampliamente adottato negli ultimi vent’anni. Si tratta di un processo che ad oggi viene considerato come decisivo per il successo di un’azienda. Infatti, recenti studi dimostrano che il coinvolgimento (o engagement) non è un concetto astratto o di un trend del momento, bensì è in grado di influenzare la produttività di ogni individuo e le prestazioni dell’azienda. 

Un dipendente “coinvolto” ha una percezione positiva del luogo di lavoro, gioisce dei successi dell’azienda perché li considera anche suoi e partecipa dinamicamente al raggiungimento degli obiettivi aziendali.

L’esperienza mi ha portato a credere che un titolare o un responsabile d’area dovrebbe interessarsi di employee engagement

Se è vero che un manager non può controllare le cause esterne che provocano lo stress sul lavoro, vedi guerre, pandemie o problemi personali quali salute o familiari, ritengo tuttavia che egli possa fare la differenza in termini di benessere dei propri collaboratori.

Rendere soddisfatti i propri collaboratori non è solo una missione etica, ma anche una questione economica.

Diversi studi hanno provato quanto il coinvolgimento dei dipendenti possa determinare il rendimento del lavoratore e di conseguenza, delle performance dell’intera azienda.

Ad esempio, il rapporto annuale della multinazionale americana di analisi e consulenza Gallup, nota per i suoi sondaggi di opinione pubblica condotti in tutto il mondo, rivela che:

  • i dipendenti con un maggiore coinvolgimento sono il 17% più produttivi;
  • il miglioramento del coinvolgimento dei dipendenti può ridurre l’assenteismo di circa il 41%;
  • nelle aziende con dipendenti molto coinvolti il flusso dei lavoratori in entrata e in uscita diminuisce fino al 59%;
  • le vendite aumentano del 20% quando i dipendenti sono soddisfatti poiché tendono a restituire un lavoro di qualità superiore.

Prendendo ancora Gallup come esempio, nel suo rapporto annuale del 2023, ha chiesto ai dipendenti più insoddisfatti quali fossero i fattori che potessero migliorare il loro posto di lavoro. Questi sono stati i risultati:

  • il 41% degli intervistati desidera essere riconosciuto per i propri meriti, desidera fare formazione e avere obiettivi precisi;
  • il 28% vorrebbe stipendi più alti o premi per i risultati ottenuti proporzionali alle qualifiche, all’impegno e alle ore spese in ufficio; 
  • il 16% chiede una comunicazione più chiara, la riduzione degli straordinari, ed interventi di welfare quali la creazione di una clinica sanitaria interna all’azienda, riuscire a lavorare di più da casa ed avere un luogo di ritrovo dove poter stare insieme agli altri colleghi anche solo per una pausa caffè.

Ritengo che siano richieste assolutamente naturali e condivisibili: lo smart working, ad esempio, può andare incontro ad esigenze particolari o aiutare determinati dipendenti con delicate situazioni familiari, favorendo un migliore equilibrio casa/lavoro. Capisco inoltre la richiesta di usufruire di iniziative di welfare: tali iniziative migliorano il sentiment del dipendente. 

Quando si parla di comunicazione più efficace infine, si intende la chiara condivisione della vision e dei risultati aziendali.  Ritengo che sia importante trasmettere alle persone che tutta la popolazione aziendale lavora per un unico e comune obiettivo. Questo atteggiamento consente di diffondere il sentimento di appartenenza ad un unico gruppo. 

Come valutare il livello di coinvolgimento dei dipendenti?

In genere è l’ufficio delle risorse umane che mette in atto delle azioni per capire se e quanto i dipendenti sono coinvolti nel lavoro che svolgono.

Tuttavia ritengo sia più utile delegare questo al responsabile d’area. Quest’ultimo dovrebbe trovare il tempo per una “chiacchierata informale” davanti alla macchinetta del caffè o durante un pranzo di lavoro. Mi sembra un buon inizio, ad esempio, organizzare momenti informali per approfondire con una relazione che non sia solo limitata alle pure questioni lavorative.

Come aumentare il coinvolgimento?

Il primo punto fondamentale, per tenere alto il livello di coinvolgimento, passa dalla presenza di un vero leader in ogni area strategica dell’azienda. Un dipendente si sente coinvolto se è seguito, ascoltato e comprende l’importanza dell’impegno di ognuno per il successo dell’iniziativa.

Il secondo importante punto è fornire al dipendente strumenti adeguati e in totale sicurezza. È consueto pensare che questo tema riguardi solo la prevenzione degli incidenti.  Tuttavia riguarda anche la gestione dello stress. Questo accrescerà il sentimento di soddisfazione. Di conseguenza il dipendente si sentirà più interessato e si responsabilizzerà maggiormente in quello che sta facendo.

Per ultimo, ma non per importanza, accresce il coinvolgimento aver riconosciuti i meriti e ricevere ringraziamenti. È importante che un responsabile non dimentichi di far sapere chi ha lavorato ad un progetto andato bene, facendo i doverosi ringraziamenti. Infine, premiare: non necessariamente deve essere costoso. Basta anche un omaggio simbolico. Accrescerà lo stato d’animo della persona e rafforzerà il suo legame con l’azienda.

Conclusioni

Il coinvolgimento è quindi un fattore che non si può trascurare: abbiamo visto che incide sull’aumento del rendimento, aiuta a ridurre “l’esodo” di dipendenti alla ricerca di un posto di lavoro più soddisfacente.

Con la gestione della relazione con le persone e prestando attenzione ai comportamenti individuali e del gruppo, è possibile migliorare il grado di coinvolgimento con alti benefici per la produttività.

 

Letture consigliate

(1) La felicità è una scienza e si può apprendere. Strategie positive per allenare e promuovere il benessere al lavoro e nella vita, Franco Angeli editore. LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE. 

(2) Oltre lo smart working. Modelli di lavoro agile e sostenibile, Franco Angeli editore. LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE.

 

Matteo Marinoni

Matteo Marinoni è laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso il politecnico di Milano e attualmente è CIO presso WTS SPA. È appassionato di tecnologia e dell’innovazione. Dotato di esperienza nel disegnare strategie ICT allineate a quelle della direzione. Con il suo team è in continua ricerca per portare avanti iniziative di Digital Transformation, volte ad incrementare l’efficienza dei processi interni e consentire agli utenti di business di prendere decisioni migliori. Attraverso le più recenti soluzioni SAP in ambito Digital Manufacturing e IoT, supporta l’azienda con soluzioni che rispondono alle esigenze in ambito Industry 4.0. Leader riconosciuto e motivatore delle persone, capace di aumentare l’efficienza.

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