di Stefania Lombardi

Quali sono le chiavi di un project manager e del project management in generale?

Quali sono le chiavi di un project manager e del project management in generale? Per comprenderlo bisogna aver chiaro in che contesto si sta operando e ci muoviamo. Il contesto di riferimento è spesso internazionale, multidisciplinare, multiculturale, multilinguistico e con team molte volte virtuali; in una parola: complesso.

La complessità

Di complessità e project management ne abbiamo parlato con Marcello Traversi[1], Ugo Di Giammatteo[2] e Venera Monaco[3] a questo link: https://fb.watch/bKAmnuwTWE/ Pertanto, la complessità, o meglio: “la gestione della”, può essere una chiave indispensabile per il project manager e il project management. Per scoprire assieme un’altra chiave occorre fare un passo indietro e ricordarci perché esistono i progetti, cosa introducono. Come sappiamo, i progetti introducono qualcosa di nuovo che prima non c’era e sono, pertanto, strettamente connessi al cambiamento. Al giorno d’oggi si parla tanto di “change management” e di “risk management”. Entrambi questi concetti possono essere due distinte chiavi che possono essere usate anche di concerto. Soffermiamoci un attimo sui rischi/opportunità legati ai progetti e ai cambiamenti in generale, essendo i progetti una sorta di cambiamento in atto. Possiamo facilmente renderci meglio conto di quanto “changes” e “risks”  siano tematiche intimamente legate, interconnesse e interdipendenti, costituendo due indubbie chiavi di ausilio alle attività di project management. Il cambiamento dei progetti è, ovviamente, un cambiamento guidato. A tal riguardo rimando al bellissimo talk di Ugo Di Giammatteo a questo link da oltre 5000 visualizzazioni: https://fb.watch/ebzLng9SGR/ Sappiamo benissimo quanto sia importante saper guidare bene.

E, come ben chiede Ugo Di Giammatteo nel suo talk, chi guida la guida? La risposta fornita da Ugo Di Giammatteo è l’etica.

L’etica

E se fosse l’etica la chiave più importante, quella che tutto governa dall’inizio alla fine? L’etica, a ben vedere, non può prescindere dalla sostenibilità e sappiamo tutti benissimo quanto, al giorno d’oggi, sia esplicitamente richiesta in moltissimi progetti. Nel miglioramento di cui si parla qui di seguito nel citare una frase di Ugo Di Giammatteo, come non vedere una connessione tra etica e la sostenibilità? Ciò che reputiamo etico, a mio avviso, deve essere anche sostenibile, senza porci molte domande al riguardo. Sono sostenibili i nostri progetti? Sono etici? Possiamo usare queste ulteriori due chiavi che, come abbiamo visto per le due precedenti, andrebbero adoperate di concerto? Prendo a prestito le sagge parole di Ugo Di Giammatteo:

“Un cambiamento (un progetto) è buono solo se è giusto, se aiuta a migliorare il mondo. Gli indicatori di progetto sicuramente sono molto utili, ma gli effetti di lungo periodo dipendono soprattutto dal cambiamento che siamo riusciti ad avviare nelle persone”. 

L’utilità degli indicatori è nel valutare il grado di raggiungimento di obiettivi di progetto che, oggi più che mai, son sempre più legati all’etica e alla sostenibilità. Pensiamo ad esempio al  linguaggio di genere che va modificato, sicuramente nella forma per introdurre il cambiamento anche nel pensiero.  Tale passaggio deve anche procedere, di pari passo, con un cambiamento culturale, di forma mentis, affinché sia assimilato e diventi stabile. Analogamente,  i cambiamenti introdotti dai progetti devono anche avere una sorta di “storytelling” per restare nella mente e nei cuori delle persone che sono le principali stakeholder (e anche oppositrici a volte) di ogni cambiamento.

Lo storytelling

In molti progetti europei sono richieste a priori quelle attività di “exploitation” e di “dissemination” che intendiamo svolgere e possono essere un valido strumento per allenarci allo storytelling perché ogni progetto ha una storia e può entrare nella storia, come accade con le persone. Le persone vivono nella narrazione, nei racconti; per questo lo storytelling è un’altra importante chiave dei progetti. Tale chiave è da usare, sì, per ultima, ma anche contemporaneamente alle altre chiavi.  Essa sottende, infatti, un contesto progettuale dove il fulcro è il dialogo e lo scambio reciproco fra persone ed entità differenti. Narriamo ciò che siamo e ciò che diventiamo grazie anche al cambiamento inaugurato dai nostri progetti.

Nella nota “Guida galattica per autostoppisti”[1], la raccomandazione è quella di non dimenticare l’asciugamano; in questa nostra narrazione ricordiamoci sempre le nostre chiavi.

[1] https://www.linkedin.com/in/marcellotraversi

[2] https://www.linkedin.com/in/ugo-di-giammatteo-9bb28541

[3] https://www.linkedin.com/in/veneramonaco

[4] Douglas Adams, Guida galattica per gli autostoppisti (il ciclo completo), traduzione di Laura Serra, illustrazioni di Beppe del Greco, Oscar Absolute, Arnoldo Mondadori Editore, 2016, p. 844, ISBN 9788804666851.

[5] Project Management e progetti europei Sinergie, buone pratiche, esperienze a cura di Marcello Traversi, A cura di: Andrea Innocenti Marcello Traversi

Stefania Lombardi

Stefania Lombardi

E’ certificata PMI-PMP® ed ha conseguito vari master nel campo del project management e dell’europrogettazione; inoltre, è PhD in Filosofia Morale. Lavora da molti anni in un noto ente di ricerca a carattere internazionale e ha ricoperto vari, differenti, ruoli. Per moltissimi anni si è dedicata al management dei progetti di ricerca a finanziamento europeo. Attualmente è in una biblioteca scientifica e il suo focus è sulla Open Science, ovvero uno degli obblighi progettuali chiesti da Horizon Europe. E’ co-autrice di “Project management e progetti europei, sinergie, buone pratiche, esperienze” edito da FrancoAngeli.